Franco sta concludendo il suo percorso lavorativo dopo tanti anni nella nostra azienda. Come diciamo sempre, i profili senior sono l’anima del nostro team, coloro che affiancano e guidano le figure junior nella crescita lavorativa. Questo scambio è molto importante: ci permette di disporre di esperienza decennale e innovazione, in un’unica squadra.
Franco, quando hai iniziato a lavorare nel settore legno?
A quindici anni ho iniziato come artigiano insieme a mio fratello a lavorare mobili in bambù. Dopo vent’ anni questo settore andò in crisi. Grottaroli proprio in quegli anni stava vivendo una forte fase di espansione, così mi sono rivolto a loro. Il settore della lavorazione del legno mi è piaciuto sin da subito, mi ha affascinato questo mondo in cui si può dire che non si finisce mai di imparare.
Da quanti anni lavori nell’azienda Grottaroli?
Lavoro qui da ventitré anni, precisamente dal 1998. Quando sono entrato nella squadra Grottaroli avevo trentacinque anni. All’inizio è stata dura, nonostante fossi abbastanza giovane, perché qui si usavano macchinari tecnologicamente avanzati e per me questo ha rappresentato un grande cambiamento, una novità. Nei primi mesi del mio lavoro qui mi capitava anche di notte di sognare le formule da inserire nei programmi dei macchinari. Il CNC, la macchina a controllo numerico, è stata la mia prima macchina di lavoro, la mia fedele compagna di viaggio.
Di cosa ti occupi?
Oggi lavoro su più centri a controllo numerico. Mi occupo anche di foratura dei mobili, montaggio, sezionature, bordature. In questo settore, in tanti anni di attività, si maturano diverse competenze… è anche questo il bello degli anni passati qui.
Dopo tanti anni in questa azienda, qual è il tuo bilancio?
Se sono qui da ventitré anni è perché mi sono sempre trovato bene. Sono nato lavorativamente nel settore legno e, tornassi indietro, rifarei tutto quello che ho fatto. Mi sono trovato così bene che ho proposto a mio figlio di fare un colloquio qui ed oggi anche lui lavora per Grottaroli, nell’ufficio tecnico.
Come vedi il tuo futuro da pensionato?
Una volta in pensione mi dedicherò ad alcune passioni: curerò il mio orto perché sono amante della campagna e continuerò a ballare con mia moglie, una cosa che ci piace tanto e che in questo ultimo anno abbiamo dovuto accantonare a causa della pandemia.
Se dovessi fare un saluto all’azienda e ai colleghi, cosa diresti?
Saluterei i miei colleghi offrendo loro una cena. Li ringrazierei per gli anni passati insieme perché con tutti mi sono trovato bene. Qui si lavora in squadra e questa è una grande forza.